SCHINDLER'S LIST




SCHINDLER'S LIST

Capolavoro assoluto del cinema, opera maxima di Steven Spielberg, chi non ha mai visto Schindler's list è caldamente invitato a organizzarsi per farlo quanto prima.
Questo non è un film. 
È un monumento sacro che si erge a testimonianza perpetua della tragica vergogna dell'olocausto da un lato e della restituzione della dignità dall'altro concretizzata nella lista degli operai "specializzati" di Oskar Schindler.

Oskar Schindler (interpretato da un Liam Neeson che proprio con Spielberg trova la fama) è un nazista, fedifrago, amante della bella vita e degli "affari". Proprio per affari comincia ad assumere ebrei nella sua fabbrica, perché sono la manodopera al minor costo. La maxi retata nel ghetto di Cracovia lo lascia scioccato ed accende in lui qualcosa che lo porterà a rischiare tutto e a rimetterci tutte le finanze e i suoi stessi affari pur di salvare delle vite destinate a divenire il prodotto finale dell'industria mostruosa dei lager: cadaveri.

In contrapposizione con Schindler si pone Amon Göth (Ralph Fiennes) uomo dallo squilibrato stato mentale sulla vetta del male assoluto che divertendosi gioca a uccidere gli ebrei al mattino appena sveglio dal balcone della sua villa che svetta sul campo di Kraków-Plaszów.

Quello che mi colpisce di questo film è l'equilibrio perfetto con cui riesce a parlarmi, rimanendo sempre perfettamente a metà tra il bene e il male, tra il dramma o la disperazione e la speranza, tra la crudeltà e la delicatezza, tra il bianco e il nero (in cui è girato quasi tutto il film), tra la vita e la morte. Tutto sul filo di una corda sottile che sembra si spezzi da un momento all'altro, ma che invece rimane tesa come la corda del violino del tema musicale principale di Williams, quell'anno premio Oscar per la miglior colonna sonora.

Alla fine della guerra, gli operai ebrei regalano un anello a Schindler su cui è inciso un verso del Talmud: "Chiunque salva una vita salva il mondo intero".

L'American Film Institute ha inserito questo film all'ottavo posto tra i 100 migliori film americani di sempre.

Una frase incisa su un monumento nel campo di concentramento di Dachau recita: "Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo".

Ecco perché questo film dovrebbe essere considerato patrimonio immateriale dell'umanità.


VOTO: 10/10



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