LOGAN - THE WOLVERINE



LOGAN THE WOLVERINE - Il superpotere di mostrare il cuore

Comincio dalla fine, cercando di non spoilerare: un fantastico non-lieto fine!
Logan è indiscutibilmente dall'inizio alla fine il più crudo di tutta la serie dei vari X-men e Wolverine. È anche il più maturo per i temi trattati.

La trama in due parole: in un 2029 distopico, sembra non esserci più posto per i mutanti. Ne rimangono pochissimi al mondo e tra questi ci sono Logan (Hugh Jackman), Xavier (Patrick Stewart) e Calibano (Stephen Merchant)
Una bambina, Laura (Dafne Keen, al suo esordio), stravolgerà l'anima già massacrata di Logan e innescherà un viaggio che nel dramma saprà dare un senso a tutta la storia.

Logan è un eroe decadente di quelli alla Sergio Leone. C'è davvero tutto: l'eroe crudo, violento e brutale, ma dall'animo puro, romantico, che cede alle lacrime quando la piccola Laura gli prende la mano, al tempo stesso ironico come nella scena in cui pizzica Laura rubare e poi lui fa lo stesso, oppure quando risponde a dei disturbatori in difesa di un uomo; i primissimi piani intensi a ritrarre la sofferenza dell'uomo-non-più-tanto-super che si sta consumando (e non mi riferisco solo a Logan, ma anche a Xavier e Calibano); i dialoghi intensi e significativi soprattutto tra Logan e Xavier; le sparatorie e i duelli che qui si combattono a suon di artigliate all'adamantio; quel retrogusto di malinconia e di tristezza che percorre tutto il film dall'inizio alla fine. E infine anche la cura della colonna sonora porta tracce del glorioso leonismo, composta da un morriconiano Marco Beltrami (per la cronaca di padre italiano), già due volte in nomination (2008 e 2009) per l'oscar alla miglior colonna sonora. Da riascoltare senza dubbio la soundtrack di Logan.

Logan è senz'altro un film di supereroi per adulti, non in senso gretto, piuttosto nel senso che non è una spacconeria fine a se stessa, ma un film ben tessuto che oltre a contenere molta azione si concentra sul senso del sacrificio, sull'importanza della famiglia, sul contributo che ciascuno dà al mondo con la propria esistenza, sul ruolo della speranza nella nostra vita. Logan, benché deluso e frustrato, in fondo lo spera che ci sia dell'altro e questa visione genera in lui una forza che trascende la sua vita e il suo bene egoistico. Si rende conto che anche tutti i suoi errori possono avere un valore, se riesce a trasmetterne la lezione a chi viene dopo, alla piccola Laura ("Don't be what they made you", per esempio).


Che dire? Personalmente considero questa la migliore interpretazione di Hugh Jackman del personaggio Logan. Sarà difficile per chi verrà dopo riuscire a convincerci a staccarci da Jackman, forse proprio per questo film in particolare  in cui Logan ci ha mostrato tutta la sua debolezza e vulnerabilità, arrivando così vicino al nostro cuore. Forse è per questo che il botteghino risponde con prepotenza in questi giorni d'esordio. E forse questo è il lascito più importante di Logan a tutti i film dei supereroi: non importa quali e quanti superpoteri hai, quali risultati sei capace di ottenere, quanto puoi fare il burbero o il duro. Quello che conta davvero è che tu abbia il coraggio, la forza, il vero superpotere di mostrare al mondo che sotto quella scorza apparentemente impenetrabile batte un cuore di carne viva.

VOTO: 8/10

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